Profili di sicurezza ed efficacia “sostanzialmente sovrapponibili”, ma anche alcune differenze fra i due vaccini disponibili in Italia: Moderna, autorizzato oggi dall’Agenzia italiana del farmaco, e Pfizer con il quale sono già partite le immunizzazioni nel Paese.
Quelle più salienti sono sulle temperature di conservazione e il tempo dopo il quale scatta l’immunità, che per Moderna “si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane” dopo la seconda somministrazione, anziché una settimana che è la tempistica che riguarda il vaccino Pfizer.
A tracciare un breve quadro è l’Aifa che ricorda innanzitutto che il vaccino Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anziché dai 16. Diversa anche la distanza fra le due dosi: la schedula vaccinale prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni per Moderna, invece che di almeno 21.
Il vaccino Moderna viene conservato a temperature comprese tra i -15° e -25°, ma è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni se in confezione integra. Altro dettaglio è che “il flaconcino multidose contiene 6,3 ml e non richiede diluizione, è quindi già pronto all’uso”.
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