Il primo di febbraio entrerà in vigore un trattato che abbatterà quasi totalmente i dazi commerciali nell’interscambio fra Europa e Giappone, con un impatto economico complessivo sui paesi del vecchio continente senza pari nel passato. Infatti l’accordo è il più grande di sempre in ambito commerciale firmato dall’Unione Europea, dato che agisce su due economie che insieme rappresentano un terzo del Pil mondiale.
Qualche mese fa, Unione Europea e Giappone hanno siglato un importantissimo trattato commerciale che di fatto, liberalizza in modo consistente i rispettivi mercati. Il JEFTA, Japan-Europe Free Trade Agreement, questo è l’acronimo del trattato nippoeuropeo, liberalizza in particolare il mercato dell’auto europeo per le auto made in Japan e il mercato dei prodotti agroalimentari nipponico per le esportazioni dell’Europa. Ma JEFTA punta ad essere ancora più ampio: istituisce ben 10 tavoli di ulteriore dialogo e negoziato su settori delicatissimi che vanno dagli appalti, agli investimenti, dall’e-commerce, ai servizi, insomma attraversano gli ambiti più avanzati dell’economia moderna.
Per capire l’importanza di ciò basta leggere i numeri: il Pil europeo del 2017, a valori nominali arriva a 19,7 trilioni di dollari; il Pil del Sol levante è di 4,87 trilioni di dollari. Assieme quindi Europa più Giappone superano ampiamente l’immensa economia americana, che si ferma a 20 trilioni e rotti di dollari. Al valore nominale. Insomma JEFTA ha creato la più imponente area di libero commercio del mondo capitalistico moderno. UE e Giappone hanno deciso di firmare l’accordo, anche in assenza dell’ intesa si tutti i punti, per dare un preciso e forte segnale politico a chi, come l’amministrazione Trump ha deciso di picconare il libero commercio globale e le stesse istituzioni di governo dell’economia mondiale, leggi le regole e le commissioni WTO. Giappone ed Unione Europea hanno messo a punto e sono andati avanti in una strategia globale di ricostruzione di un ordine economico aperto a livello mondiale.
Secondo le previsioni dell’Unione Europea, ogni miliardo in più realizzato nell’interscambio tra EU e Giappone creerà nel nostro continente almeno altri 14 mila nuovi posti di lavoro.
A margine del summit del G-7 tenuto a Ise in Giappone ad aprile 2017, la Commissione Europea ha anche sottolineato che “il libero flusso di informazione è un principio fondamentale per promuovere l’economia globale e lo sviluppo e assicura un corretto ed uguale accesso al cyberspace per tutti i soggetti dell’economia digitale”. Va rilevato che per l’UE assume oggi vitale importanza una connessione privilegiata con il Giappone, all’avanguardia rispetto ad Usa e al nostro vecchio continente per quanto riguarda l’introduzione di sistemi di supercomputer ad intelligenza artificiale entro il 2020 in alcuni settori produttivi, segnatamente banche e agricoltura. Ma anche per quanto riguarda la domotica.
Insomma Unione Europea e Giappone stanno giocando una partita decisiva, forse quella decisiva per la nuova globalizzazione. E stanno diventando forse il ‘nuovo asse’ della ‘nuova globalizzazione’, l’asse Bruxelles-Tokyo, che poi, tenendo conto come l’Europa abbia una forte leadership tedesca, potrebbe essere definito come l’asse Berlino-Tokyo delle ’economie sociali di mercato’.
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