Alitalia, giù il sipario su una storia lunga 75 anni

Dopo 75 anni di attività Alitalia dice addio. Oggi l’ultimo volo ha fatto calare il sipario su una storia lunga 75 anni con il volo Az 1586. Un ultimo atto senza lieto fine per la più grande compagnia aerea italiana.

LA NASCITA

Alitalia viene fondata a Roma il 16 settembre 1946 con il nome di Alitalia-Aerolinee Italiane Internazionali e opera il primo volo il 5 maggio 1947 sulla rotta Torino-Roma-Catania. Due mesi dopo decolla il primo volo internazionale, da Roma a Oslo.

A marzo del 1948 viene inaugurato il primo volo intercontinentale: un volo di una durata complessiva di 36 ore, che collegava Milano a Buenos Aires con scali intermedi a Roma, Dakar, Natal, Rio de Janeiro e San Paolo.

IL BOOM

Nel 1960, Alitalia diventa sponsor ufficiale delle Olimpiadi di Roma. Nello stesso anno, vengono introdotti i primi aerei a reazione mentre l’anno successivo segna l’apertura dell’Aeroporto di Roma – Fiumicino, nel quale la compagnia posizionerà il suo hub principale. Dieci anni dopo la compagnia diventa la prima europea ad avere in flotta solo aerei a reazione e, con la consegna del primo Boeing 747-100 la compagnia adotta un nuovo logo, la classica ‘A’ tricolore che verrà riportata su tutte le code degli aerei in quanto parte della nuova livrea.

Anche gli anni ’70 e ’80 sono anni di sviluppo con l’espansione della flotta e del network: arrivano Douglas DC-10, dei McDonnell Douglas MD-80 e degli Airbus A300 con l’apertura di rotte da Roma verso l’estremo oriente, come Tokyo. Eppure, già si annidano i primi problemi, nati dall’evoluzione dello scenario dove il regime di monopolio comincia a scricchiolare e dove cambiano profondamente anche le relazioni sindacali.

LE PRIME CREPE

Anni di gloria e di grandi collegamenti fino all’epoca che va a cavallo tra il decennio 1980 e il 1990 quando la compagnia imbocca il tunnel dal quale non riesce più ad uscire. A testimoniarlo é l’allarme lanciato, nel 1994, dal nuovo amministratore delegato, Roberto Schisano, detto il texano dagli occhi di ghiaccio, che, senza mezzi termini, avverte che Alitalia ha 500 giorni di vita. Schisano ingaggia con i piloti un durissimo scontro, che diventa dirompente quando decide di prendere in wet leasing dall’australiana Ansett aerei Boeing 767 con relativi equipaggi.

DA KLM A EITIHAD FINO A ITA

A metà degli anni ’90 la compagnia entrò in crisi economica: nel 1993 si cominciò a dialogare con Air France, quando questa interruppe le trattative a causa delle proteste sindacali che fecero dimettere l’allora presidente della compagnia di bandiera francese, Bernard Attali. Nel 1997 iniziarono i dialoghi con KLM per una fusione che partì sotto forma di joint-venture integrale nel novembre 1999. L’accordo di fusione prevedeva lo spostamento dell’hub da Roma-Fiumicino a Milano-Malpensa e la conseguente chiusura di tutti i voli dallo scalo di Milano-Linate, eccezion fatta per i voli verso Roma. Il 28 aprile 2000, KLM comunicò ad Alitalia la scelta di interrompere l’alleanza immediatamente in quanto venne bocciata dal consiglio di amministrazione. Fu costretta a pagare una penale da 250 milioni di euro.

L’8 agosto 2014, Etihad Airways annuncia che avrebbe acquisito il 49% di Alitalia. Nel novembre successivo arriva il nulla osta dell’Unione europea per il completamento dell’acquisizione, completata ufficialmente in Alitalia il 1º gennaio 2015. L’azienda fu rinominata Alitalia – Società Aerea Italiana, con trasferimento degli asset operativi di Alitalia – CAI, che fu rinominata CAI e divenne proprietaria del 51% della neonata Alitalia – SAI; il restante 49% fu acquistato da Etihad Airways.

Dopo il rinnovo di marchio e livrea avvenuti nel giugno 2015, nel 2017 Alitalia si ritrovò a fronteggiare una nuova crisi finanziaria, rendendo necessari una ricapitalizzazione e un nuovo piano industriale, che venne però respinto dai dipendenti attraverso un referendum aziendale. Il 2 maggio 2016e, l’assemblea dei soci della compagnia aerea approvò quindi l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’azienda, decretando quindi l’uscita di Etihad e di tutti i soci di minoranza dalla società.

Preso atto della richiesta di Alitalia, il Ministero dello sviluppo economico erogò un prestito-ponte da 900 milioni di euro e nominò tre commissari straordinari con l’intento di amministrare l’ex compagnia aerea di bandiera fino a quando non vi fosse trovato un acquirente idoneo. Con il decreto-legge 18/2020 (c.d. “Cura Italia”) viene autorizzata la costituzione della società, interamente partecipata dallo stato, Italia Trasporto Aereo (ITA).

Addio Alitalia

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